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L'Oman è un sultanato che nel passato lontano derivava il suo potere dal commercio delle armi e degli schiavi, del rame e dell'argento, settori che nei secoli imprevedibilmente (!!!?) entrarono in crisi finchè... tadannnnn... indovinate un pò? il petrolio e giacimenti di gas. L'ho fatta semplice lo ammetto, ma a livello economico questo è (la benzina qui costa 24 centesimi a litro).
Diciamo anche che questo Stato ha avuto un'espansione fortissima negli ultimi 40 anni e che a onor del vero va ringraziato il Sultano per essere più o meno illuminato, per aver trasformato un regno medievale in un regno moderno, aperto e meno integralista di molti paesi confinanti.

Qaboos è un tipetto niente male che ama farsi vedere e che infastidisce i suoi sudditi con miliardi di sue gigantografie ad ogni angolo del Paese, ma pare che tutti ne dicano un gran bene.
E' un amante della lirica e a lui si deve la costruzione di un fantastico teatro che dicono avere un'acustica perfetta. Chiama le compagnie migliori del mondo e apre la lirica al popolo. Il che è bellissimo.
Sta trasformando la città in maniera molto discreta. E' molto lontano dallo sfarzo di Dubai, non si è fatto prendere la mano nella costruzione di una città verticale, non ha collezionato i francobolli delle tanto care archistar. Però diciamocelo, la rete stradale non gli è riuscita un granchè (opinione personale).
Il teatro, le strade e la moschea portano il suo nome. L'aereoporto no. E l'abbiamo capito il perchè: un pò rustico. Ma sono sicura che il nuovo aereoporto (già in costruzione) porterà il suo nome.
Dunque vi starete chiedendo... ma cosa si fa a Muscat?
Prima di tutto vi dico che per una che viene dalla campagna tra le colline vedere qualcosa che non sia piatto deserto è una piccola gioia.
Gli scenari. Davvero belli, incontaminati, desertici e montuosi. Massicci rossi che sembrano sgretolarsi sotto il sole cocente. In certi istanti mi sono sentita come quando ho attraversato la Death Valley. E poi il contatto con qualcosa di più autentico, con qualche vera tradizione medio-orientale, con un popolo ancora per poco (ahimè) legato a quello che è, nell'immaginario, il mondo arabo. Una città che sa di vita vissuta, non necessariamente bella.
La gente. Bellissima e intrigante. Gli uomini con questi meravigliosi turbanti dai molti colori di cui mi sono innamorata a prima vista, già in aeroporto. Le donne, velate e irraggiungibili. I bambini, liberi e curiosi. Un popolo cordiale, estremamente ospitale e gentile.
La moschea. L'unica visitabile per noi infedeli e solo di mattina. Bellissima. Ampi spazi aperti, maestosi spazi interni.
15metri x 8 tonnellate di lampadario in cristallo. Però! |
Il vecchio souk, pieno di colori, uomini, profumi, contrattazioni e richiami all'attenzione. Franchincenso e zafferano. Pashmine finte, pashmine da turbante, cappellini e sciarpe in lama. Ve lo devo dire che ne ho comprate due?
Il mare. Stupendo, piccole baie e oasi di pace.
I delfini. Non avvistati.
Le tartarughe. Avvistate.
Lo snorkeling. Fatto.
E poi siamo stati a Nizwa. Ma questo ve lo racconto un'altra volta.
NOTA. Dove mangiare? assolutamente qui: http://www.kargeencaffe.com/en/
E prendetevi un lemon-mint!
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