Quanti ricordi in un pollo al sale...

1.10.08

Ognuno ha dentro di sè ricordi che non sa di avere, alcuni sopiti che tornano in mente ascoltando una canzone alla radio, altri dimenticati che si riaffacciano sentendo degli odori o provando dei sapori che avevamo perso, altri ancora nascosti che scopriamo di avere pur non immaginandolo, altri ancora, e questo è il caso che voglio raccontarvi, che sapevamo di avere ma che semplicemente da tempo non portavamo in superficie.
Stasera vagando tra i vostri blog sono entrata in quello de Il cavoletto di Bruxelles ed è stato lì che dopo molto tempo mi sono chiesta: "ma qual'era il piatto preferito della mia infanzia!?" Effettivamente nn me l'ero mai chiesta.
In quell'istante ho capito che non sapevo darmi una risposta. Tuttora non so quale sia stato, nonostante ci abbia pensato. In preda all'ansia di aver dimenticato troppo di me ho chiamato mia madre e le ho fatto la fatidica domanda, la risposta è stata:"le pappette!", risposta alquanto insoddisfacente considerando che gli omogeneizzati si, mi piacevano a quanto pare, ma non rispecchiavano proprio un gusto, una preferenza, bensì una necessità! Allora la risposta è cambiata e si è spostata in una zona più neutra: pasta asciutta e fettina panata... inutile dire che anche questa mi ha fatto rimanere un pò male...ma possibile che avessi gusti così banali??!!!
Allora la sete di conoscere ciò che non ricordavo si è fatta più forte e comunque di risposte non ne ho trovate, se non vaghi ricordi e racconti appunto, sensazioni, flash che mi tornano in mente tra varie malinconie e attimi di gioia... tristezza più che altro, per qualcosa che si è perso, che è cambiato.
Così decido di aderire all'iniziativa del Cavoletto: per me, per ricordare e non dimenticare ciò che mi sembra di perdere giorno dopo giorno, perchè i ricordi si fanno più sfuggenti; per voi, perchè voglio raccontarvi i miei piccoli tesori, che non ho mai condiviso con nessuno....

Il tutto comincia da molto lontano, da ricordi che non sono miei ma che mi sono stati riferiti e solo successivamente sono diventati miei: dopo decenni che ci sentiamo raccontare la nostra storia possiamo quasi essere convinti di averla vissuta. Ora io da piccola, a pochi mesi o giù di lì, ero una gran cicciona, avevo tanti rotolini di ciccia e adoravo le cosidette "pappette", piatto che io mi rifiuto di catalogare tra i miei preferiti! Il bello è che non piacevano solo a me, ma molto di più alla mia cuginetta di poco più grande, che veniva a trovarmi all'ora del mio pranzo con la speranza che io nn finissi tutto il mio pranzo, ma che restasse qualcosa nel piatto cn la testa di topolino, perchè lei potesse spazzolarlo!!! forse era il suo piatto preferito, mia madre si sbaglia!!! :) ricordo mele grattuggiate e banane spappolate per merenda... questo è stato il periodo dell'oro, dopodichè c'è stata la decadenza. Ciò vuol dire che smisi di mangiare, o almeno mangiavo moooolto poco con grande spavento di tutto il parentado...e così è stato fino all'adolescenza. Forse per questo i miei ricordi sono annebbiati e scarseggianti.
Però alcuni ricordi sono nitidi e sono quelli che voglio raccontarvi.

Ricordo con somma gioia la mia bisnonna e i suoi formaggi. Ricordo il latte delle sue tre pecorelle e i vari stadi del formaggio che si formava, tutto è un pò sfocato, gli odori non riesco più a richiamarli alla memoria, ma ci sono, nascosti. Io scrutavo tutto con molta attenzione e aspettavo il mio momento, cioè quando, prima di mettere il formaggio a stagionare negli stampi bellissimi di vimini (nitidi) prendeva un pò di quel formaggio dal siero, lo stringevà tra le mani, ne faceva una schiacciatina e caldo e profmato me lo dava tra le mani come un tesoro. In dialetto lo chiamavamo e lo chiamo tuttora "sprisciocco"...non so tradurvelo, perchè non so in realtà cosa fosse, nè una ricottina nè un formaggio fresco, ma qualcosa di speciale che dopo la sua morte non ho più trovato. Ricordo la gioia. Anche quando davanti la porta di casa mi prendeva le mani, stringeva forte e mi faceva volare facendo la ruota intorno a sè, con il sole che ci scaldava e i fiori di camomilla a seccare nel sottoscala profumando l'aria. Ricordo i suoi capelli che conciava in maniera antica e semplice e nobile, le sue trecce bianche, le sue pettinesse e il suo sorriso. Ricordo questo di lei, il suo grembiule e i suoi orecchini che le chiedevo sempre in eredità. Piccoli flash, ma bellissimi.

Ricordo mia nonna, quando era ancora lei, senza la malattia, che la domenica mattina accendeva la radio rossa fiammante e spingeva il play alla sua musicassetta preferita, metteva le mani nella fontanella di farina e iniziava a fare la pasta all'uovo per il pranzo... e io lì a guardarla ad occhi spalancati... finchè lei non resisteva più e presa dal ritmo della lambada mi prendeva e mi faceva ballare per tutto il corridoio come una trottola...quanto mi divertivo... poi tornava alla farina tra i brontolii di mio nonnno e io tornavo ad ammirare. Ricordo mia nonna come era un tempo e sò che ora non c'è più.. ricordo la sua voglia di vivere e la sua grande forza, la sua generosità e la sua intelligenza. Oggi posso solo starle accanto e quando mi sorride e capisco che in quel momento mi riconosce ed è lei posso sorriderle e rimanerle per un secondo nel cuore. Questo.


Ricordo un piatto, per rimanere in tema, ed è quello che mia nonna ci cucinava spesso la domenica, d'estate, quando noi tornavamo dal mare di sera stanchi e accaldati, forse un pò abbronzati. Lo ricordo perchè fu un tormentone di mia nonna, per qualche anno. Lei non amava cucinare e preferiva star dietro all'orto e agli animaletti dell'aia, perciò necessitava di qualcosa di sbrigativo o almeno poco impegnativo....dunque:



POLLO AL SALE
Ingredienti:
- 1 pollo intero, ruspante, della mia aia
- 1 Kg di sale grosso
- 2 rametti di rosmarino appena raccolti
Procedimento: Prendete una pentola da forno e disponeteci su tutto il sale grosso. Poi prendete il pollo intero e adagiatelo sul sale con affianco il rosmarino, irrorate con un filino d'olio e infornate per circa tre ore.
Il pollo è pronto, croccate al punto giusto!



Non è un caso che io posti questo piatto piuttosto che un altro: c'è tutta una storia che ha del comico e con cui concludo questo lungo post...
Una sera tornati dal mare affamati come non mai forse per i mille tuffi o per il sole cocente troviamo ad aspettarci a casa la nonna che ci preannuncia l'amato pollo al sale, in pieno tormentone! Tutti contenti sbirciamo nel forno e pregustiamo quello che ci aspetta... doccia più veloce della luce e subito giù in cucina. Il pollo stavolta era una delizia, sembrava caramellato. Tutta estasiata dalla bellezza del piatto mia nonna comincia a fare le porzioni. L'onore del primo morso.... e ci rendiamo tutti conto che effetivamente il pollo era caramellato, 1kg di zucchero! Che cena grama è stata quella, ma troppo divertente! :)

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