Il mercato del pesce di Abu Dhabi

14.12.16

Le spedizioni al mercato del pesce di Abu Dhabi si sono interrotte. Diciamo che più si avvicina il giorno della partenza, del ritorno in Italia, e più non ho voglia di fare un tubo. Ma pare sia un malessere diffuso tra le expats. Non mi preoccupo.



Il mercato del pesce di Abu Dhabi è un'esperienza unica nel suo genere, niente a che fare col pescivendolo del cuore italiano. Qui l'esperienza è da fare in due le prime volte per poi familiarizzare col posto e poi sentirsi quasi tranquille. 

Abu Dhabi è un posto sicurissimo, non ho tutte le paure che mi attanagliano in patria, come i furti, gli scippi, il tizio strano che ti segue per strada, la zingara che tenta di circuirti. Qui semplicemente non esiste nulla di tutto ciò e ci sono guardie in ogni angolo; che tu ti trovi a Zara o per strada c'è sempre qualcuno a cui puoi rivolgerti se hai un problema. A livello psicologico questo aiuta molto. Poi sulla loro efficacia non so esprimermi. Ma ad esempio quando resto a casa da sola di sera so che nessuno può entrare nel mio palazzo perchè all'ingresso c'è la security e se non sei autorizzato non passi. Ecco, io in Italia mi svegliavo nel cuore della notte ad un minimo rumore mandando il Finnis a controllare tutta casa.

Questo mercato del pesce all'inizio mi incuteva un pò di timore, come tutti i posti differenti, lontani dai nostri stereotipi, ma ora ho capito che mi sbagliavo di grosso.

L'odore. Fatti i primi passi nel Mina Fish market c'è questa puzza nauseabonda di tonnellate di pesce stazionanti che ti toglie il respiro. Poi passa e non ti da più noia, finche non torni a casa e dai un'annusata ai tuoi indumenti. La doccia è l'unica salvezza.

La vendita. Ci troviamo in un capannone gigantesco con centinaia e centinaia di venditori di pesce che al veder passare qualcuno di vagamente interessato all'acquisto non può esimersi dal chiamarti al suo banco. Ma questo accade nei mercati rionali italiani, figurarsi nel Medioriente dove la contrattazione è ancora un'arte. Noi abbiamo la nostra bancarella di fiducia, andiamo di filato lì e schiviamo le decine di offerte. 

Il pesce. Dimenticate i polipetti, gli scampi, le cozze, le vongole e tutto il pesce dell'Adriatico che ricordo con tanta nostalgia. Qui i pesci sono diversi. Tralasciando le seppie, le orate, le spigole e i salmoni che sono ormai globalizzati pure loro, si apre un mondo di pesci colorati, sfavillanti, puntinati, vongole stranissime, granchi meravigliosamente blu e gamberoni giganti. Il sultan Hibrahim, il belt fish, il parrot fish, l'hammour, il king fish (pare pregiatissimo) il lemon fish e tanti altri di cui non ricordo nemmeno il nome.




Si sceglie, si chiede un po' di sconto per non passare per stolti e ci si affida al pulitore del pesce. Lui prende le tue bustine e ti conduce alla sua postazione, tra centinaia di altre postazioni dove si appresta a pulire il pesce nella maniera più scenografica che tu abbia mai visto. Coltellacci, spazzole squamartici, velocità e precisione. Puoi chiedergli di tutto. Nel frattempo ti guardi in giro e rimani affascinata dalla vita in questo mercato che è tutto un fermento e dove le lische di scarto vengono raccolte e portate chissà dove, dove c'è un signore che passa a chiederti se vuoi dei limoni che ha raccolto chissà dove e c'è sempre un signore anzianissimo in tuta rossa e barba bianca lunga col suo carretto. Gli Emiratini coi loro candidi vestiti bianchi si aggirano tra i banchi scegliendo pesce per la cena e chiedendo di poter guardare sotto le branchie. Le donne in abaya raccolgono chissà che con quella lunga gonna nera dal pavimento. Si lascia una mancia congrua e si va a casa.

La comodità. Ovviamente siamo negli Emirati: le buste del pesce che ti vengono porte non sono mai umide o sporche, ma pulitissime. Il mercato per la sua dimensione è pulito come uno specchio, il personale gentilissimo e puoi decidere di farti anche cucinare il pesce. All'ingresso ci sono due grill che prendono il tuo pesce e te lo rendono pronto da mangiare, se vuoi.

Diciamo che è un posto a cui mi sono abituata e che ho rivalutato, al quale mi sono affezionata nei limiti del possibile e che mi da uno scorcio di quella che è la vita negli Emirati a diversi livelli.

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