Liberi DA e liberi DI

26.5.14





Mi trovo in un posto strano, con un caldo indicibile, una fantastica piscina e una simpaticissima personal trainer che lunedì  oggi si sposa. Anche lei è qui, come me, un pò per caso un pò per necessità: si incontrano un numero impressionante di persone nella tua stessa situazione che non immaginavi potessero esistere. 

Fa un caldo assurdo dicevo. Ieri uscendo da un negozietto di tesori (Thrift books) trovato per caso al Finn si sono appannati gli occhiali e una sensazione di umidità assoluta si è impossessata di noi. Trovare un negozio di libri usati significa trovare qualcosa di speciale da queste parti. Vuol dire che c'è, in definitiva, qualcosa che stratifica, un segno lasciato dal passaggio di centinaia di migliaia di storie. C'è la volontà di salvarle, le storie, di conservare, di custodire, di risparmiare (parole che qui hanno poco senso).

Ieri leggevo un libro, italiano stavolta, sul risparmio. Molti di voi sapranno di che libro parlo.

Ad un certo punto ci hanno fatto credere che risparmiare -come i nostri nonni- fosse out. Che tutto dovesse girare e che dovessimo avere tutto. Che consumare fosse un modo di contribuire. Poi la grossa crisi e, forse, ciò che ci sta ancora salvando è proprio quest'arcana propensione al risparmio che ci accomuna in quanto italiani. 

 Io credo che consumare sia qualcosa di insensato se non è un atto legato alla necessità. Non credo che l'ultimo cellulare, l'ultimo modello di automobile o quella borsa cosi costosa possano portarci granchè lontano, se non lontano dai nostri sogni e dal benessere. Per acquistare cose che non ci servono, e che in fondo forse neppure desideriamo stiamo spendendo soldi che abbiamo faticato per guadagnare, sottraendoli ai soldi che potrebbero andare nella cassa comune delle nostre passioni, delle cose che ci potrebbero far crescere come individui e non come consumatori. E diventiamo schiavi. 

Immaginiamo per un istante di non dover piu andare a lavorare, di essere LIBERI DAl lavoro e finalmente LIBERI DI fare qualcosa. Ebbene voi cosa fareste? quali sono le vostre passioni? mollereste tutto per cosa? la verità è che pochi hanno la risposta a questa domanda, oltre il genericov"girerei il mondo". La maggior parte non saprebbe da dove cominciare perchè questo mondo dedito al consumo che fa ruotare la nostra vita attorno ai centri commerciali ci ha svuotato delle cose che ci rendono artisti, pensatori, filosofi. A tal punto che in America -e dove sennò- hanno iniziato a prendere piede i corsi per capire quali sono le tue passioni e cosa vuoi fare della tua vita- cosa che mi getta nello sconforto. A breve, come dice Lorenzo, andremo in giro con il cellulare in una mano e la clava nell'altra, perchè ci stiamo deculturalizzando. 

Iocerco di resistere. 

Ho un cellulare da 150 euro che mi consente di fare quasi tutto.

Ho le unghie vere, le mie.

Non ho borse dal costo equiparabile ad uno stipendio. Scarpe quanto basta.

Ho un'auto vecchia, acquistata usata, ma che ha molto ancora da offrire.

Non ho moto, non ho l'iphone, non ho vizi per cui dover lavorare una vita -magari a rate.

Abbiamo una casa grande quanto basta in una zona che non ha prezzi stellari.

Mi fanno compagnia tre cani, bellissimi, per i quali non ho sborsato migliaia di euro, ma che ho adottato.

Abbiamo due bici per correre e un motorino regalato da un amico che se ne liberava. 

Abbiamo il roomba- lo ammetto- e due tv!




E poi c'è quello che abbiamo qui. 

Avremo una macchina, forse, usata e non troppo grande. Niente barca e possibilmente niente suv, come succede da queste parti.

Abbiamo innumerevoli ore in palestra. Il corso di tango e quello d'inglese. Gli incontri in inglese e le cene fuori, nelle bettole e nei ristoranti fighetti. 

 3 piatti, 4 pentole e un set di posate ancora imballato. Una tajine e una yogurtiera.

Abbiamo lunghe colazioni, risvegli lentissimi, ore ed ore nei centri commerciali ahimè, il negozio d'artigianato indiano, la colazione da Paul e la voglia, la soddisfazione, la consapevolezza che il tuo lavoro vale. 

E poi abbiamo la piscina. Sul tetto.

Tornare a casa dopo il lavoro, spogliarsi in 2 secondi, mettere su il bikini e correre a tuffarsi in una notte calda mi da una sensazione di profondo benessere. L'acqua mi riconcilia col mondo, coi rumori, coi clacson impazziti, col caldo, col sudore, con quelli che si comprerebbero il mondo e con quelli che non gli basta mai nulla.

Risparmiate sulle cose che costano denaro. Non fatelo per le cose che vi arricchiscono e vi fanno sentire forte di essere vivi. Siate diversi, non siate omologati. State in solitaria quanto più potete per essere sicuri di non perdervi. Siate istintivi. Frequentate persone vere e belle. Svincolatevi dai doveri e fate in modo che i piaceri occupino la maggior parte delle vostre vite. Scrivete, disegnate, cancellate e riscrivete, finchè il quadro non è quello che volevate. E ricordate che le sconfitte sono solo trampolini di lancio.



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