L'istruttore di yoga

10.3.14



La prima volta che l'ho visto la luce ritagliava la sua figura  contro la vetrata. 

E i miei occhi da prima luce dell'alba cercavano di dargli un'identità.

Poi si è alzato e ci è venuto incontro, presentandosi e guardandoci con gli occhi di chi ASCOLTA davvero il tuo nome, di chi in quell'istante è focalizzato su di te.

Dopodiché di ha spiegato come piegare la nostra copertina per lo yoga. E si è rimesso al suo posto, pronto ad iniziar la lezione.

Quella lezione la ricorderò per sempre, perché oltre allo stretching e le pose si è anche cantato. E io all'inizio ho aperto un angolino dell'occhio per capire cosa facessero e se fossi l'unica a stare ad occhi chiusi nella penombra mattutina. Se qualcuno ridesse. Poi mi sono sentita un pò scema, e infine mi sono lasciata andare, mente e corpo. Era una cosa seria.

Un'istruttore di yoga ai miei occhi è un essere un pò magico. 


Questo lo è particolarmente.
Immaginate un Newyorkese che fa il carpentiere, e lo fa per 20 anni.
Dopo vent'anni, ormai quarantenne, decide di iscriversi all'Università, si prende una laurea e scrive un libro. E diventa professore di una famosa università americana. E per hobby insegna yoga agli studenti. Con il suo abito appeso ad una stampella proprio dietro il suo materassino. 

Per voi quest'uomo non sarebbe un mito?
Uno capace di rigirare la sua intera esistenza come un calzino.
Uno che davvero sta facendo qualcosa che ama e per cui ha lottato.

Una lezione di vita.
Namastè.


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