Il dottore non sa cosa lo tenga ancora in vita.
C'è quest'uomo che ha lavorato una vita nei campi, con le bestie.
Ha faticato, sudato, sopportato ingiustizie.
Nonostante la mafia, i politici corrotti, i signorotti di paese.
Ha pascolato pecore, ha zappato, ha letto.
Si è interessato, da contadino, alla vita politica. La ha amata, non facendone parte.
Però ha un figlio che anche lui non ha un soldo ed è contadino che entra in politica, nel partito comunista. Che lotta per cambiare le cose. E va in Russia e vede cose terribili. Ed è povero in canna, ma fa politica. E ogni giorno è vestito di stracci e la domenica sembra un signore. E non ha un cappotto per andarci in Russia. Ma è un politico, dentro.
E sul letto di morte quest'uomo, che non si sa cosa lo tenga in vita, aspetta il figlio, il fiore all'occhiello.
E tra se e se, nei suoi ultimi respiri, pronuncia una frase che mi ha illuminata e mi ha fatto riflettere.
"La politica è bella. La politica è bella. La politica è bella."
Che detta oggi questa cosa sembra una presa per i fondelli. Ma nel contesto, per quello che è la politica, è qualcosa di illuminante.
Il concetto di politica è meraviglioso.
L'onestà è meravigliosa.
La passione è meravigliosa.
Il resto fa schifo.
Il punto è, che oggi, la politica non c'è: c'è tutto il resto. Che indigna, che schifa, che spinge ad uscire dalla politica e dall'Italia.
"E tu com'è che sei ancora vivo Torrenuova?"
Se Baarìa non l'avete visto ve lo raccomando. Ieri sera l'hanno dato in tv, ma già al cinema l'avevo amato, perchè è la storia di tutti noi, dell'Italia. Di chi impara che "a forza di sbattere la testa al muro è il muro che si rompe".
Baarìa di Giuseppe Tornatore. QUI il trailer.
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