L'Aquila, 6 Aprile 2009

10.4.09

Quando una tragedia ti sfiora la tua vita cambia inesorabilmente. Quando pensi che solo grazie ad una partita del Milan hai deciso di restare una notte in più a Teramo piuttosto che tornare a L'Aquila e che quella notte avrebbe potuto cambiare tutto, per te e i tuoi cari, è in quel momento che il corpo comincia a tremare, il sonno si fa sempre piu leggero, e la vita va in forse. Va in forse perchè la mia famiglia poteva essere davanti a un cunulo di macerie a pregare che io e mia sorella nn ci fossimo. Va in forse perchè in 30 secondi non ce l'avremmo mai fatta ad attraversare due corridoi e le scale. Va in forse perchè per completare questo post ci ho messo 2 giorni e non ne avevo voglia. Va in forse perchè la voglia non c'è più. Tutto va per inerzia. E quando poi le scosse continuano e tu nn riesci a trovare il sonno, e non hai più nemmeno bisogno di un caffe per restare sveglia capisci che il tuo corpo risponde. Risponde togliendoti il sonno e mettendoti in uno stato di perenne allarme. Si chiude un garage e tu scappi più veloce che puoi perchè quel rumore ti rimanda ad altro. Ti metti a letto e non capisci se è il tuo corpo che trema o è la terra. Esci fuori casa spaventata e tremante ad ogni scossa e non riesci più a piangere. Io non riesco più a piangere. Ho versato solo 2 lacrime quando durante i funerali di stato alla tv mia madre mi ha abbracciato, perchè per caso ma ci sono ancora. Le lacrime ci sono ma non escono.


La mia storia è questa. Da mesi le scosse nn ci davano tregua, e io avevo una paura tremenda. Da quando la cosa era diventata più seria io nn salivo più a L'Aquila se nn per breve tempo, e me ne stavo a Teramo, viaggiando. Dopo due settimane avevo deciso che ormai era ora di tornare, e che forse, come tutti dicevano, era una cosa normale, anche se io, vi giuro, ho sempre pensato che si presentasse qualcosa di più serio... perchè se è vero che il fatto è del tutto imprevedibile è pure vero che quando noi di ingegneria progettiamo un edificio lo facciamo pensando ad un periodo di ritorno di 300-500 anni. Comunque mi ero decisa, saremmo partiti domenica, io e il finn, nn fosse stato che il Milan giocava di domenica sera e allora bisognava restare a Teramo. Io abito al 3 piano e nel letto ho sentito la scossa delle 10.30 e subito a controllare in internet. Quando ho sentito quella delle 3 forte e spaventosamente chiara, sapevo che a L'Aquila doveva esserci stato qualcosa di devastante. Ho aspettato notizie davanti alla tv e dopo circa un'ora la seconda scossa... e poi il tg. Da lì in poi sapete tutto. La vita cambia in 30 secondi. Ringrazio Dio di aver avuto paura e di aver evitato, incutendo timore a tutte le mie coinquiline, di restare a L'Aquila. Casa nostra anche grazie al mio terrore era vuota. Quelli che sono riusciti ad evitare il peggio e che ho rivisto a distanza di giorni sono persone diverse.

Io nn so cosa dire di più, perchè se questo è il mio stato d'animo, non oso immaginare come ci si possa sentire ad essere direttamente colpiti e stare li, ora, ad aspettare un futuro che sembra non esserci. Una città è crollata, e con essa la sua vita, la vita normale delle persone normali e il loro futuro.
Ma allo stesso tempo sono orgogliosa di questa gente, che ho sempre ritenuto un pò ostile e chiusa, gente che invece ha un forte coraggio, una grande voglia di andare avanti ed una infinta dignità.


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